Anoressia e bulimia

Anorexia and bulimia

Below is an Italian translation of our information resource on anorexia and bulimia. You can also read our other Italian translations.

Disconoscimento

Prima di leggere questo, si prega di consultare il nostro disclaimer.

Speriamo che queste informazioni ti siano utili se:

  • pensi continuamente al tuo peso e alla tua immagine corporea;
  • ritieni che il tuo modo di mangiare o la tua dieta possano essere un problema;
  • ti ritrovi a usare in maniera ossessiva altri metodi per perdere peso, come fare esercizio fisico in modo eccessivo o provocarti il vomito;
  • pensi di soffrire di anoressia o bulimia;
  • gli altri temono che tu abbia perso troppo peso;
  • hai un amico o un parente, un figlio o una figlia che ha un problema di questo tipo.

Queste informazioni non trattano dei problemi legati all’essere sovrappeso.

Introduzione

Abbiamo tutti abitudini alimentari diverse. Esistono molti “stili alimentari” che ci consentono di rimanere in buona salute. Tuttavia, ne esistono alcuni che si basano su una forte paura di ingrassare e che in realtà danneggiano la nostra salute. Questi sono chiamati “disturbi dell’alimentazione” e consistono nel:

  • mangiare troppo;
  • mangiare troppo poco;
  • usare metodi dannosi per eliminare le calorie.

In realtà i “disturbi dell’alimentazione” di solito riguardano molto di più delle abitudini alimentari; le persone che ne soffrono, infatti, si preoccupano continuamente di come evitare di assumere calorie o di come “bruciarle” o liberarsene. Si ritrovano inoltre a controllare il proprio peso e il proprio aspetto tutto il tempo, evitando di guardarsi allo specchio o di farsi fotografare per rassicurarsi che il loro peso non sia aumentato.

Questo opuscolo tratta di due disturbi dell’alimentazione: l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa. Descrive i due disturbi separatamente, tuttavia

  • i sintomi dell’anoressia e della bulimia sono spesso confusi;
  • le persone possono passare dalla bulimia all’anoressia o possono prima presentare i sintomi dell’anoressia ma in seguito sviluppare i sintomi della bulimia.

Chi soffre di disturbi dell’alimentazione?

Le ragazze e le donne hanno dieci volte più probabilità di soffrire di anoressia o bulimia rispetto ai ragazzi e agli uomini.

Tuttavia, sembra che i disturbi dell’alimentazione stiano diventando più diffusi tra i ragazzi e gli uomini: hanno più probabilità di sviluppare questi disturbi in relazione all’esercizio fisico eccessivo e al desiderio di avere una corporatura muscolosa invece che molto magra.

Anoressia nervosa

Quali sono i segnali?

Ti accorgi di:

  • preoccuparti sempre di più del tuo peso;
  • mangiare sempre meno e contare le calorie;
  • fare sempre più esercizio fisico per bruciare le calorie;
  • non riuscire a smettere di voler perdere peso, anche quando sei ben al di sotto di un peso adatto alla tua età e altezza;
  • fumare di più o masticare chewing gum per tenere basso il tuo peso;
  • controllare in maniera ossessiva il tuo peso, la tua forma o il tuo riflesso allo specchio;
  • evitare situazioni sociali che potrebbero includere il mangiare;
  • indossare abiti larghi per nascondere il tuo corpo;
  • usare la pratica del water loading prima di un controllo del peso;
  • escludere alcuni gruppi di alimenti e considerare alcuni cibi “buoni” o “cattivi”;
  • evitare l’orario dei pasti, soprattutto a scuola;
  • aver perso interesse per il sesso.
    • Nelle ragazze e nelle donne, il ciclo mestruale mensile diventa irregolare o sparisce.
    • Negli uomini e nei ragazzi, le erezioni e le polluzioni notturne svaniscono e i testicoli si riducono.

Alcune persone si accorgono di aver sviluppato altre difficoltà ossessive, come il dover attenersi a orari e routine rigide, l’aver paura di “contaminazioni”, l’aver bisogno di studiare o lavorare tutto il tempo o l’avere difficoltà a spendere soldi in modo appropriato.

Quando inizia?

Oggi sappiamo che persone di qualsiasi età possono soffrire di anoressia, ma di solito inizia durante l’adolescenza. Colpisce circa:

  • una ragazza di quindici anni su 150;
  • un ragazzo di quindici anni su 1000.

Cosa succede?

  • Assumi pochissime calorie ogni giorno. Mangi in modo “salutare” – frutta, verdura e insalate – ma questo non fornisce abbastanza energie al tuo corpo.
  • Inoltre è possibile che tu faccia esercizio fisico, usi pillole dimagranti o fumi di più per mantenere basso il tuo peso.
  • Non vuoi permetterti di mangiare, ma compri cibo e cucini per gli altri.
  • Senti ancora la fame come sempre, ti accorgi anzi di non riuscire a smettere di pensare al cibo.
  • Hai più paura di prendere peso e hai intenzione di mantenere il tuo peso ben al di sotto di ciò che è considerato normale.
  • La tua famiglia potrebbe essere la prima a notare la tua magrezza e la tua perdita di peso.
  • Potresti accorgerti di non riuscire a dire agli altri la quantità reale di cibo che mangi e quanto peso stai perdendo.
  • Potresti anche procurarti il vomito se mangi qualcosa che non avevi pianificato di concederti, in particolare se perdi il controllo di quanto stai mangiando e ti ritrovi ad abbuffarti (bingeing). Tuttavia, in questo caso si tratta del sottotipo di “anoressia binge-purge” (anoressia con abbuffate/condotte di eliminazione) invece che di bulimia nervosa. Chi soffre di bulimia nervosa è per definizione nel range di peso normale.

Bulimia nervosa

Quali sono i segnali?

Ti accorgi di:

  • preoccuparti sempre di più del tuo peso;
  • fare abbuffate (leggi più sotto);
  • provocarti il vomito e/o usare lassativi o altri metodi per eliminare le calorie;
  • avere un ciclo mestruale irregolare;
  • provare stanchezza;
  • sentirti in colpa;
  • mantenere un peso normale, nonostante i tuoi tentativi di stare a dieta.

Quando inizia?

Spesso la bulimia nervosa inizia a metà dell’adolescenza. Tuttavia, alcune persone possono soffrirne per diversi anni prima di riuscire a chiedere aiuto. Il più delle volte le persone cercano aiuto quando la loro vita cambia – quando iniziano una nuova relazione o devono vivere con altre persone per la prima volta.

Circa 4 donne su 100 soffrono di bulimia a un certo punto della propria vita, mentre sono molti meno gli uomini.

Abbuffate (bingeing)

  • Saccheggi il frigo o vai a comprare un sacco di cibo che fa ingrassare e che normalmente eviteresti.
  • Poi lo mangi tutto, in fretta, solitamente di nascosto.
  • Potresti finire pacchetti di biscotti, molte scatole di cioccolatini e diverse torte in appena un paio d’ore.
  • Potresti persino prendere il cibo di qualcun altro o rubare in un negozio per soddisfare il forte desiderio di abbuffarti.
  • Le abbuffate possono iniziare come pasti pianificati, ma avendo prima limitato ciò che mangi, ti renderai conto che un pasto normale non ti soddisfa e quindi non riuscirai a smettere di mangiare.
  • In seguito hai una sensazione di pienezza e gonfiore – e probabilmente ti senti in colpa e vai in depressione. Cerchi di liberarti del cibo che hai mangiato provocandoti il vomito o usando lassativi. È molto sgradevole e stancante, ma ti ritrovi in trappola in una routine di abbuffate e vomito e/o purghe.

Disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder)

Se soffri di questo disturbo ti metti a dieta e fai abbuffate, ma non ti provochi il vomito. 

È molto spiacevole e potresti mettere su molto peso.

Le terapie psicologiche possono esserti d’aiuto e il tuo medico di base può indirizzarti a un servizio di IAPT (Improving Access to Psychological Therapies).

Per avere maggiori informazioni sul trattamento di questo disturbo visita il sito NHS Choices.

Come possono incidere sulla tua vita l’anoressia e la bulimia?

Se non assumi abbastanza calorie, potresti avere:

Sintomi psicologici:

  • dormire male;
  • avere difficoltà a concentrarti o a pensare chiaramente a qualsiasi cosa che non sia il cibo o le calorie;
  • cadere in depressione;
  • perdere interesse verso le altre persone;
  • sviluppare un’ossessione per il cibo e il mangiare (e talvolta altre cose come il lavare, la pulizia o l’ordine);

Sintomi fisici:

  • avere maggiore difficoltà a mangiare perché il tuo stomaco si è ristretto;
  • provare stanchezza, debolezza e sentire freddo in quanto il metabolismo del tuo corpo è rallentato;
  • soffrire di stitichezza;
  • vedere dei cambiamenti nei tuoi capelli e nella pelle. Ad alcune persone cadono i capelli, ma cresce della peluria su altre parti del corpo. La pelle diventa secca e potresti avere piaghe da decubito;
  • non crescere fino a raggiungere la tua altezza massima o perdere altezza con un aspetto “ricurvo”;
  • avere ossa fragili che si rompono facilmente;
  • non essere in grado di rimanere incinta;
  • avere danni al fegato, in particolare se bevi alcol;
  • in casi estremi, potresti morire. L’anoressia nervosa ha il tasso di mortalità più elevato di ogni altro disturbo psicologico.

Se vomiti, potresti:

  • perdere lo smalto dei denti (viene dissolto dai succhi gastrici nel vomito);
  • avere il viso gonfio (le ghiandole salivari nelle guance si gonfiano);
  • notare che il tuo battito cardiaco è irregolare, avere palpitazioni (vomitare disturba l’equilibrio salino del sangue);
  • provare debolezza;
  • provare stanchezza tutto il tempo;
  • notare che il tuo peso oscilla notevolmente (leggi più sotto);
  • avere danni ai reni;
  • avere crisi epilettiche;
  • non essere in grado di rimanere incinta.

Se usi molti lassativi, potresti:

  • avere un mal di stomaco persistente;
  • avere le dita gonfie;
  • notare di non riuscire più ad andare in bagno senza usare i lassativi (usare in continuazione lassativi può danneggiare i muscoli intestinali);
  • notare che il tuo peso oscilla fortemente. Usando lassativi perdi molti fluidi, ma li riprendi tutti quando poi bevi acqua (usando i lassativi non si perdono calorie).

Quali sono le cause dei disturbi dell’alimentazione?

Non esiste una risposta semplice, ma queste idee sono state tutte indicate come possibili spiegazioni:

  • La genetica: ci sono molte evidenze secondo cui i disturbi dell’alimentazione sono un tratto caratteristico di alcune famiglie anche se i familiari che ne soffrono non abitano necessariamente insieme, e che certi geni rendono le persone più vulnerabili, non solo ai disturbi dell’alimentazione ma anche a disturbi associati.
  • La mancanza di un “interruttore”: la maggior parte di noi può stare a dieta solo fino a un certo punto prima che il nostro corpo ci comunichi che è ora di iniziare di nuovo a mangiare. Alcune persone che soffrono di anoressia potrebbero non avere lo stesso “interruttore” nel corpo e possono mantenere il loro peso pericolosamente basso per molto tempo.
  • Il controllo: mettersi a dieta può essere molto soddisfacente. La maggior parte di noi conosce la sensazione di aver raggiunto un traguardo quando la bilancia ci mostra che abbiamo perso un po’ di peso. È bello sentire di saperci controllare in modo chiaro e visibile. Può darsi che il tuo peso sia l’unica parte della tua vita su cui senti di avere il controllo.
  • Pubertà: l’anoressia può annullare alcuni dei cambiamenti fisici legati al diventare adulti – peli pubici e del volto negli uomini, seno e ciclo mestruale nelle donne. Questo può aiutare a rimandare le esigenze associate alla crescita, in particolare quelle sessuali.
  • Le pressioni sociali: il nostro ambiente sociale influisce fortemente sul nostro comportamento. Le società che non danno importanza alla magrezza hanno meno disturbi dell’alimentazione. I posti in cui si dà importanza alla magrezza, come le accademie di danza, presentano più disturbi dell’alimentazione. “Magro è bello” nella cultura occidentale. La televisione, i giornali e le riviste mostrano immagini di persone artificialmente magre e idealizzate. Per qualcuno che ha un’immagine corporea negativa, anche le palestre e i centri benessere possono rafforzare questa percezione. Quindi, prima o poi, la maggior parte di noi cerca di mettersi a dieta. Alcuni di noi possono seguire una dieta in modo eccessivo, ma se una persona è a rischio di sviluppare un disturbo alimentare questo può rendere pericoloso mettersi a dieta e la persona potrebbe sviluppare l’anoressia.
  • Famiglia: mangiare è una parte importante della nostra vita insieme agli altri. Accettare il cibo crea piacere mentre rifiutarlo spesso può offendere. Questo accade soprattutto in famiglia.  Dire “no” al cibo potrebbe essere l'unico modo per te di esprimere i tuoi sentimenti o avere voce in capitolo nelle questioni familiari.  È fondamentale una comunicazione aperta e sincera tra chi soffre e chi se ne prende cura. È altrettanto importante evitare di essere troppo giudicanti. D'altro canto, le famiglie apprensive tendono spesso a proteggere dalle conseguenze di un disturbo dell’alimentazione, il che può prolungarne la durata.
  • Depressione: molte volte abbiamo mangiato per cercare conforto quando eravamo turbati, o anche solo annoiati. Le persone con bulimia spesso soffrono di depressione. In alcuni case può accadere che episodi di binge eating inizino come un modo per gestire i sentimenti di tristezza. Purtroppo, vomitare e usare lassativi possono farti sentire altrettanto male.
  • Bassa autostima:  le persone che soffrono di anoressia e bulimia spesso hanno scarsa autostima e tendono a confrontarsi negativamente con gli altri. Perdere peso può rappresentare un tentativo di ottenere un senso di rispetto e autostima nei confronti di se stessi.
  • Disagio emotivo:  ognuno di noi reagisce in modo diverso agli avvenimenti negativi o ai cambiamenti nelle nostre vite. L’anoressia e la bulimia sono state correlate a:
    • difficoltà della vita;
    • abusi sessuali;
    • malattie fisiche;
    • eventi sconvolgenti come la morte o la fine di una relazione;
    • eventi importanti come il matrimonio o andare via di casa.
  • Il circolo vizioso:  un disturbo alimentare può persistere anche dopo che lo stress originale o la causa che lo ha scatenato sono passati. Una volta che lo stomaco si è ristretto, può risultare scomodo e spaventoso mangiare.
  • Cause fisiche: alcuni medici ritengono che potrebbe esserci una causa fisica di cui ancora non comprendiamo pienamente la natura.
  • Alcuni disturbi e trattamenti: c'è un'incidenza relativamente elevata di anoressia nelle persone affette da diabete, fibrosi cistica o altre patologie in cui è necessario monitorare la dieta e, in assenza di un trattamento adeguato, si può verificare una perdita di peso. È facile cadere nella tentazione di trascurare la propria salute per perdere peso, ma questo comportamento è particolarmente rischioso.

Uomini, persone con bisogni speciali e bambini piccoli

È diverso per gli uomini?

  • I disturbi dell’alimentazione sembrano essere diventati più comuni anche tra ragazzi e uomini.
  • I disturbi dell’alimentazione sono più frequenti nelle professioni che richiedono un basso peso corporeo (o una bassa percentuale di grasso corporeo). Queste includono attività come equitazione, body building, lotta, pugilato, danza, nuoto, atletica e canottaggio.
  • Potrebbe essere che ora gli uomini stiano cercando maggiore assistenza per i disturbi dell’alimentazione anziché tenerli nascosti.

Persone con bisogni speciali e bambini piccoli

Una difficoltà di apprendimento, l'autismo o altri disturbi dello sviluppo possono influenzare il comportamento alimentare. Per esempio, alcune persone con autismo potrebbero manifestare avversione al colore o alla consistenza degli alimenti, rifiutandosi di consumarli.

I problemi alimentari dei bambini preadolescenti sono correlati maggiormente alla consistenza del cibo, all'essere selettivi nel mangiare o a momenti di rabbia piuttosto che al desiderio di essere molto magri. Il trattamento di questi problemi è notevolmente diverso rispetto a quello per l'anoressia e la bulimia.

Ho un problema?

Il questionario "SCOFF" utilizzato dai medici include le seguenti domande:

  • ti induci il vomito quando ti senti eccessivamente pieno/a?
  • ti preoccupi di aver perso il controllo su quanto hai mangiato?
  • hai perso recentemente più di 6 Kg in un periodo di tre mesi?
  • pensi di essere grasso/a anche se gli altri ti dicono che sei magro/a?
  • affermeresti che il cibo domina la tua vita?

Se hai risposto “sì” a due o più domande, potresti avere un disturbo dell’alimentazione.

Come posso aiutarmi da solo/a?

La bulimia può essere affrontata, in alcuni casi, mediante l'uso di un manuale di auto-aiuto con il supporto e l'orientamento di un terapeuta.

L'anoressia richiede generalmente un intervento più strutturato da parte di una clinica o di un terapeuta. È comunque utile raccogliere il maggior numero possibile di informazioni sulle opzioni disponibili, in modo da poter prendere le migliori decisioni per te stesso/a.

Cosa fare:

  • Mantieni regolari gli orari dei pasti - colazione, pranzo e cena. Se il peso corporeo è molto basso, integra con spuntini mattutini, pomeridiani e serali.
  • Cerca di individuare un piccolo passo che possa condurti verso un regime alimentare più sano. Nel caso in cui non riesci ad affrontare la colazione, prova a sederti a tavola per qualche minuto all'orario della colazione bevendo solo un bicchiere d'acqua. Successivamente, quando sarà diventata un’abitudine, prova a introdurre una piccola quantità di cibo, anche solo mezza fetta di pane tostato, mantenendo questa abitudine quotidiana.
  • Tieni un diario degli alimenti consumati, degli orari dei pasti e delle tue riflessioni e sentimenti quotidiani. Utilizza questo diario per individuare eventuali correlazioni tra il tuo stato emotivo, i tuoi pensieri e il tuo comportamento alimentare.
  • Sforzati di essere aperto e sincero riguardo alla tua alimentazione, sia con te stesso che con gli altri. La segretezza rappresenta uno dei tratti più isolanti dei disturbi dell’alimentazione.
  • Ricorda che non è necessario raggiungere costantemente obiettivi prestabiliti, concediti di tanto in tanto una pausa.
  • Considera che, nel caso in cui continui a perdere peso, è probabile che nel medio termine aumenti la tua ansia e depressione, anche se nel breve periodo potresti sentirti meglio.
  • Elabora due elenchi: uno che rifletta sui benefici derivati dal disturbo dell’alimentazione e uno che esponga le perdite subite a causa dello stesso. Rifletti sulla possibilità di utilizzare un libro di auto-aiuto per supportare questo processo di autoanalisi.
  • Cerca di trattare il tuo corpo con gentilezza e rispetto, evitando di infliggerti punizioni.
  • Assicurati di comprendere quale sia il tuo peso corporeo ideale e le ragioni di tale determinazione.
  • Leggi testimonianze di altre persone che hanno affrontato con successo il percorso di recupero dai disturbi dell’alimentazione. Puoi trovarle in libri di auto-aiuto o su internet.
  • Valuta l'opportunità di partecipare a un gruppo di auto-aiuto, come ad esempio B-eat. Anche il tuo medico di base potrebbe essere in grado di consigliartene uno.
  • Evita siti web o social network che promuovono il dimagrimento eccessivo e il mantenimento di un peso corporeo insalubre. Tali piattaforme incoraggiano comportamenti dannosi per la salute senza fornire sostegno adeguato in caso di complicazioni mediche.

Cosa non fare:

  • Evita di pesarti più di una volta alla settimana.
  • Evita di passare del tempo a controllare il tuo corpo e a guardarti allo specchio. Nessuno è perfetto. Più tempo trascorri ad osservarti, maggiori sono le probabilità di individuare qualcosa che non ti piace. Un controllo costante può portare anche la persona più attraente a sentirsi insoddisfatta del proprio aspetto.
  • Evita di isolarti dai familiari e dagli amici. Potresti avere la tentazione di farlo perché ritengono che tu sia sottopeso, ma potrebbero rappresentare una risorsa vitale per te.

Cosa succede se non ottengo aiuto o non cambio le mie abitudini alimentari?

La maggior parte delle persone con un disturbo dell’alimentazione grave riesce a ricevere un trattamento, quindi non è chiaro quale possa essere l'evoluzione se non viene intrapresa alcuna azione.

Tuttavia, sembra che la maggior parte dei disturbi dell’alimentazione gravi non presenti un miglioramento spontaneo.

Alcuni soggetti affetti da anoressia possono andare incontro al decesso.

L'esercizio fisico con un basso peso corporeo è pericoloso, soprattutto se svolto all'aperto in condizioni di freddo.

Trattamento professionale dell'anoressia

Il medico di base può indirizzarti a un consulente, a uno psichiatra o a uno psicologo specializzati.

Potresti decidere di consultare un terapeuta privato, un gruppo di auto-aiuto o una clinica, ma è comunque consigliabile informare il tuo medico di base su quanto sta accadendo.

È prudente sottoporsi a un completo controllo medico per valutare lo stato di salute fisica. Il disturbo dell’alimentazione potrebbe aver causato problemi fisici. Meno comunemente, potresti avere una condizione medica non rilevata.

I trattamenti più indicati a te probabilmente dipenderanno dai tuoi sintomi specifici, dalla tua età e dalla tua situazione individuale.

Cosa accade in seguito alla diagnosi di anoressia

  • Un medico psichiatra o uno psicologo vorranno prima parlare con te per comprendere quando il problema è iniziato e come si è sviluppato. Sarai sottoposto/a a pesatura e, in base alla quantità di peso persa, potrebbe essere necessario eseguire un esame fisico e delle analisi del sangue. Con il tuo consenso, il medico psichiatra probabilmente vorrà discutere con la tua famiglia (e forse un amico) per ottenere ulteriori informazioni sul problema. Se non desideri coinvolgere la tua famiglia, è importante sapere che anche i pazienti molto giovani hanno il diritto alla riservatezza. Questa situazione può essere appropriata in certi casi, ad esempio quando ci sono segnalazioni di abusi o stress all'interno della famiglia.
  • Se vivi ancora a casa, i tuoi genitori potrebbero avere il compito di controllare quali cibi stai mangiando, almeno inizialmente. Ciò implica garantire che tu consumi pasti regolari con il resto della famiglia e che assuma un adeguato apporto calorico. Sarai in contatto regolare con un terapeuta, sia per monitorare il tuo peso che per ricevere supporto.
  • Gestire questa situazione può essere stressante per tutti i soggetti coinvolti, quindi la tua famiglia potrebbe aver bisogno di supporto. Ciò non implica necessariamente che l'intera famiglia debba partecipare insieme alle sessioni di terapia (anche se ciò può essere utile per i più giovani). Significa che la tua famiglia può ricevere supporto per comprendere e affrontare la situazione. Tuttavia, la partecipazione dei genitori insieme al paziente e al medico psichiatra può talvolta favorire il recupero.
  • Avrai l'opportunità di discutere di ciò che può turbarti: relazioni, studio, lavoro o difficoltà legate alla tua autostima.
  • All’inizio potrà capitare che non vorrai pensare a tornare a un peso normale, ma vorrai sentirti meglio e per farlo sarà necessario tornare a un peso sano. Dovrai sapere:
    • qual è il tuo peso corporeo sano?
    • di quanto cibo hai bisogno ogni giorno per raggiungere l’obiettivo?
    • come puoi garantire di non aumentare di peso?
    • come puoi essere certo di poter controllare il tuo comportamento alimentare?

Trattamento psicoterapeutico o assistenza psicologica per l'anoressia

  • Parlare con un terapeuta comporta incontri regolari, solitamente della durata di un'ora a settimana, durante i quali puoi esprimere i tuoi pensieri e sentimenti. Può aiutarti a capire le origini del problema e ad adottare nuovi modi di pensare e sentire al riguardo. Affrontare determinati argomenti può essere emotivamente difficile, ma un terapeuta competente ti aiuterà a farlo in modo che tu possa gestire meglio le tue difficoltà. Ti aiuterà anche a darti più valore e a ricostruire la tua autostima.
  • Spesso vengono offerte versioni specializzate della Terapia Cognitivo-Comportamentale e della Terapia Interpersonale, una volta che il paziente è sufficientemente in salute per beneficiare delle sfide della terapia anziché esserne maggiormente stressato. Se si intraprende una terapia mentre il peso è basso o in calo, lo stress può aggravare la situazione piuttosto che migliorarla.
  • A volte la terapia può essere condotta insieme a un gruppo ristretto di individui con problemi simili.
  • Altri membri della tua famiglia possono essere inclusi previo tuo consenso.  La forma maggiormente studiata di terapia familiare per l’anoressia è il metodo Maudsley (“Maudsley Model”). Gli adulti che hanno un partner possono essere considerati come una coppia. I tuoi familiari e le persone che si prendono cura di te possono anche essere ricevute separatamente per delle sessioni al fine di aiutarle a capire cosa ti è successo, come possono collaborare con te e come possono affrontare la situazione.
  • Una terapia di questo tipo può durare mesi o anni.
  • Il dottore suggerirà il ricovero solo se questi passaggi non funzionano o se sei pericolosamente sottopeso.

Cure ospedaliere

Anche queste comportano il controllare ciò che mangi e il parlare dei tuoi problemi, semplicemente in modo più monitorato e strutturato.

  • Farai degli esami del sangue per controllare se soffri di anemia o se sei a rischio di infezioni.
  • Si faranno regolarmente dei controlli del peso – per assicurarsi che tu stia lentamente prendendo peso.
  • Potrebbero essere necessarie anche altre analisi fisiche per monitorare eventuali danni al cuore, ai polmoni e alle ossa.

Consigli e aiuti per il mangiare e per l’esercizio fisico

  • Un dietologo potrebbe parlare con te riguardo alle abitudini alimentari sane, di quanto mangi e di come assicurarti di assumere tutti i nutrienti di cui hai bisogno per rimanere in buona salute.
  • Potresti aver bisogno di integratori minerali e di vitamine per un po’ di tempo visto che al tuo corpo potrebbero mancare dei nutrienti essenziali.
  • Puoi tornare ad avere un peso sano solo mangiando di più e all’inizio questo potrebbe essere molto difficile. Il personale ti aiuterà a:
  • stabilire obiettivi ragionevoli per prendere peso;
  • mangiare regolarmente;
  • gestire l’ansia che provi.
  • Il tuo medico di base potrà indirizzarti a un fisioterapista adeguatamente qualificato per darti consigli sulla quantità, il tipo e l’intensità di esercizio fisico adeguati a te.

Terapia farmacologica per l’anoressia

Talvolta i medici prescrivono farmaci per aiutare a diminuire l’ansia che provi mentre affronti la malattia e, in particolare, per ridurre il rimuginio che descrive chi soffre di anoressia.

Il farmaco più utilizzato è l’olanzapina, in quanto è il più sicuro per i giovani e per le persone con un peso basso. Può essere più efficace del diazepam e di farmaci simili e ha meno probabilità di dare dipendenza.

Prendere peso non equivale a guarire – ma non si può guarire senza prendere peso. Le persone che sono gravemente denutrite di solito hanno difficoltà a concentrarsi o a pensare chiaramente, in particolare ai propri sentimenti.

Trattamento sanitario obbligatorio per l’anoressia

Questo è un caso raro. Avviene solo se una persona sta così male che:

  • non è in grado di prendere decisioni adeguate per sé stessa;
  • ha bisogno di essere protetta da danni gravi.

Per l’anoressia questo può accadere se il peso è così basso che la tua salute (o la tua vita) è in pericolo e la tua capacità di riflettere è stata gravemente influenzata dalla perdita di peso.

Quanto è efficace il trattamento per l’anoressia?

  • Più della metà di chi soffre di anoressia guarisce, anche se in media ne soffre per 6-7 anni.
  • Una guarigione completa può avvenire anche dopo vent’anni di anoressia grave.
  • Studi passati sulle persone più gravemente malate ricoverate in ospedale indicano che una su cinque di queste persone potrebbe morire. Con le cure moderne il tasso di morte è molto più basso, se la persona prosegue le cure mediche.
  • Fintanto che il cuore e gli altri organi non sono stati danneggiati, la maggior parte delle complicazioni legate alla denutrizione sembra migliorare lentamente se la persona sta mangiando abbastanza.

Trattamento professionale per la bulimia

Il medico di base può indirizzarti a un consulente, a uno psichiatra o a uno psicologo specializzati.

Potresti decidere di consultare un terapeuta privato, un gruppo di auto-aiuto o una clinica, ma è comunque consigliabile informare il tuo medico di base su quanto sta accadendo.

È prudente sottoporsi a un completo controllo medico per valutare lo stato di salute fisica. Il disturbo dell’alimentazione potrebbe aver causato problemi fisici. Meno comunemente, potresti avere una condizione medica non rilevata.

I trattamenti più utili per te probabilmente dipenderanno dai tuoi sintomi specifici, dalla tua età e dalla tua situazione.

Psicoterapia per la bulimia

Due tipi di psicoterapia si sono dimostrati efficaci per la bulimia nervosa. Entrambi si svolgono in sessioni settimanali nell’arco di circa 20 settimane.

Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)

Di solito questa si svolge con uno psicoterapeuta individuale, con un libro di auto-aiuto, in sessioni di gruppo o con un CD-Rom.

La CBT ti aiuta ad analizzare i tuoi pensieri e sentimenti nel dettaglio. È possibile che tu debba tenere un diario delle tue abitudini alimentari per aiutarti a scoprire cosa innesca le tue abbuffate.

In seguito potrai trovare modi migliori per pensare e affrontare queste situazioni o emozioni. Come per il trattamento dell’anoressia, il tuo psicoterapeuta ti aiuterà a ritrovare il senso del tuo valore come persona.

Terapia interpersonale (IPT)

Di solito questa si svolge con uno psicoterapeuta individuale, ma si concentra più sulle tue relazioni con le altre persone. Potresti aver perso un amico, potrebbe essere morto un tuo caro o magari hai attraversato un cambiamento importante nella tua vita, come un trasferimento. Questa terapia ti aiuterà a ricostruire delle relazioni caratterizzate da sostegno, che potranno soddisfare le tue esigenze emotive meglio del cibo.

Consigli alimentari per la bulimia

Questi ti aiuteranno a tornare a mangiare in modo regolare, così da mantenere un peso stabile senza patire la fame o vomitare. Un dietologo potrà darti consigli riguardo alle abitudini alimentari sane.

Una guida come “Getting Better BITE by BITE” (vedi le fonti) potrebbe esserti utile.

Terapia farmacologica per la bulimia

Anche se non soffri di depressione, dosi elevate di antidepressivi come la fluoxetina (Prozac) possono ridurre il forte desiderio di abbuffarti.

Questo può ridurre i tuoi sintomi in 2-3 settimane e “mettere in moto” la psicoterapia. Purtroppo, senza le altre forme di aiuto, dopo un po’ di tempo i benefici svaniscono.

Quanto è efficace il trattamento per la bulimia?

  • Circa la metà di chi ne soffre si riprende, diminuendo le abbuffate e le purghe di almeno metà. Non si tratta di una guarigione completa, ma ti permetterà di riprendere un po’ di controllo sulla tua vita, con meno interferenze da parte del problema alimentare.
  • L’esito tende a essere peggiore se hai anche problemi con i narcotici, l’alcol o l’autolesionismo.
  • La CBT e l’IPT agiscono con la stessa efficacia nell’arco di un anno, anche se la CBT sembra iniziare a funzionare un po’ prima.
  • Ci sono alcune evidenze secondo cui unire i farmaci e la psicoterapia sia più efficace rispetto a svolgere uno solo dei due trattamenti.
  • La guarigione di solito avviene lentamente nell’arco di qualche mese o di molti anni.

Ulteriori informazioni

Consigli online

B-eat (ex Eating Disorders Association): Assistenza telefonica per gli adulti: 0845 634 1414; assistenza telefonica per i giovani di B-eat (under 25): 0845 634 7650. B-eat è la principale organizzazione benefica del Regno Unito che supporta chiunque soffra di disturbi dell’alimentazione o di problematiche con il cibo, inclusi amici e familiari.

Bodywhys – The Eating Disorders Association of Ireland: Assistenza telefonica: 1890 200 444. Email: info@bodywhys.ie

DWED (sito di Diabetics with Eating Disorders)

Eating Disorder Hope: Sito americano che offre informazioni, opzioni terapeutiche per i disturbi dell’alimentazione, risorse e strumenti di guarigione per chi soffre di disturbi dell’alimentazione, per chi fornisce loro le cure e per i loro cari.

Healthtalk.org: ha una sezione incentrata sui giovani con disturbi dell’alimentazione.

Mental Health Ireland
Email: information@mentalhealthireland.ie. Fornisce aiuto a coloro che soffrono di disturbi mentali e promuove una salute mentale positiva.

NHS 111: NHS Choices: Chiama l’111 quando hai bisogno di aiuto medico velocemente ma non si tratta di un’emergenza per il 999. Disponibile 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, le chiamate sono gratuite da linea fissa e da telefono cellulare.

Risorse di CBT online

Ulteriori approfondimenti

Breaking free from anorexia nervosa: a survival guide for families, friends and sufferers di Janet Treasure (Psychology Press).

Anorexia nervosa and bulimia: how to help di M. Duker e R. Slade (Open University Press).

Eating Disorders: A parents’ guide di Rachel Bryant-Waugh e Brian Lask (Penguin Books).

Skills-based learning for caring for a loved one with an Eating Disorder: The New Maudsley Method. Janet Treasure, Grainne Smith e Anna Crane.

Bulimia Nervosa and Binge eating: A guide to recovery di P. J. Cooper e Christopher Fairbairn (Constable and Robinson).

Overcoming binge eating di Christopher Fairburn (Guildford Press).

Getting better BITE by BITE: A survival kit for sufferers of bulimia nervosa and binge eating disorders di Janet Treasure e Ulrike Schmidt (Hove Psychology Press).

Anorexia Nervosa and Related Eating Disorders (ANRED).

Consigli per l’auto-aiuto: http://www.anred.com/slf_hlp.html

Fonti ed elenco dei collaboratori

  • Agras, W. S., Walsh, B.T., Fairburn, C. G., et al (2000) A multicentre comparison of cognitive-behavioural therapy and interpersonal psychotherapy for bulimia nervosa. Archives of General Psychiatry, 57, 459-466.
  • Bacaltchuk J., Hay P., Trefiglio R. Antidepressants versus psychological treatments and their combination for bulimia nervosa (Cochrane Review). In: The Cochrane Library, numero 2 2003. Oxford: Update Software.
  • Bissada H. et al. Olanzapine in the treatment of low body weight and obsessive thinking in women with anorexia nervosa: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. Am J Psychiatry 16 giugno 2008.
  • Eisler, I., Dare, C., Russell, G. F. M., et al (1997) Family and individual therapy in anorexia nervosa. Archives of General Psychiatry, 54, 1025-1030.
  • Eisler, I., Dare, C., Hodes, M., et al (2000) Family therapy for anorexia nervosa in adolescents: the results of a controlled comparison of two family interventions.
    Journal of Child Psychology and Psychiatry, 41, 727-736.
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  • Hay, P. J., & Bacaltchuk, J. (2001) Psychotherapy for bulimia nervosa and bingeing (Cochrane Review) In: The Cochrane Library, numero 1.
  • Lowe, B., Zipfel, S., Buchholz, C., Dupont, Y., Reas, D.L. & Herzog, W. (2001). Long-term outcome of anorexia nervosa in a prospective 21-year follow-up study. Psychological Medicine, 31, 881-890.
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  • NICE: Eating disorders (CG9) Eating Disorders: Core interventions in the treatment and management of anorexia nervosa, bulimia nervosa and related eating disorders (2004).
  • Theander, S. (1985) Outcome and prognosis in anorexia nervosa and bulimia. Some results of previous investigations compared with those of a Swedish long-term study. Journal of Psychiatric Research, 19, 493-508.
  • Senior R; Barnes J; Emberson J.R. e Golding J. per conto di ALSPAC Study Team (2005) Early experiences and their relationship to maternal eating disorder symptoms, both lifetime and during pregnancy. British Journal of Psychiatry, 187, 268-273.

Pubblicazione: Novembre 2019

Prossima revisione: Novembre 2022

© Royal College of Psychiatrists

This translation was produced by CLEAR Global (Apr 2024)

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