Disturbo post-traumatico da stress (DPTS)

Post-traumatic stress disorder (PTSD)

Below is an Italian translation of our information resource on post-traumatic stress disorder (PTSD). You can also read our other Italian translations.

Disconoscimento

Prima di leggere questo, si prega di consultare il nostro disclaimer.

Queste informazioni sono destinate a chiunque soffra di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) o a chi conosce qualcuno che ne soffre.

Che cos’è il DPTS?

Il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) è un disturbo di salute mentale che può insorgere a seguito di un evento traumatico.

Molte persone, a seguito di un evento traumatico, sperimentano emozioni, pensieri e ricordi negativi. Tuttavia, con il passare del tempo la maggior parte delle persone si sentirà meglio. Se queste reazioni negative non scompaiono e interferiscono con la vita quotidiana, allora si potrebbe soffrire di DPTS.

Quali sono le cause del DPTS?

Il DPTS può interessare chiunque e insorge a seguito di un pericolo reale o presunto di:

  • morte
  • ferita grave
  • violenza sessuale

L’esposizione al pericolo può avvenire in uno dei seguenti modi:

  • Direttamente – accade alla persona
  • Come testimone – l'ha visto accadere a qualcun altro
  • Per sentito dire – ha scoperto che è accaduto a qualcuno di molto caro
  • Esposizione ripetuta – la persona è stata ripetutamente esposta a incidenti traumatici o a ripetuti eventi traumatici che hanno colpito altre persone. Inoltre, anche alcune persone che sono esposte a eventi traumatici attraverso i media elettronici, la televisione, i film o le immagini, sul lavoro possono andare incontro a disturbi di salute mentale.

Esempi di eventi traumatici possono includere:

  • assistere a una morte violenta
  • incidenti gravi, ad esempio un incidente automobilistico
  • violenza fisica o sessuale
  • problemi di salute gravi o essere in terapia intensiva
  • esperienze di parto complicate
  • ricevere una diagnosi di una malattia potenzialmente letale
  • guerra e conflitti
  • attacchi terroristici
  • catastrofi naturali o provocate dall'uomo, ad esempio tsunami o incendi

È importante ricordare che molti altri eventi non inclusi in questa lista possono causare il DTPS. Se la tua esperienza non è riportata, non significa che non dovresti cercare aiuto e supporto.

Perché gli eventi traumatici sono così sconvolgenti?

Gli eventi traumatici sono sconvolgenti perché non hanno un senso ai nostri occhi. Si discostano dal modello di mondo che abbiamo.

Gli eventi traumatici spesso sembrano arbitrari o immotivati. Non coincidono con la nostra visione del mondo, pertanto può essere difficile per noi comprenderne il significato.

Le esperienze traumatiche ci dimostrano anche che cose orribili possono accadere in qualsiasi momento a noi e alle persone a cui teniamo. Questo può portarci a sentirci insicuri e minacciati, il che può essere comprensibilmente spaventoso. Talvolta, gli eventi traumatici possono farci mettere in discussione la nostra identità, e questo può anche provocare angoscia.

Che cosa succede quando qualcuno ha il DPTS?

Molte persone vivono eventi traumatici durante la loro vita. Circa un terzo degli adulti in Inghilterra riferisce di aver vissuto almeno un evento traumatico. Tuttavia, non tutti coloro che sperimentano un evento traumatico svilupperanno il DPTS.

Molte persone possono provare sofferenza, tristezza, angoscia, senso di colpa e rabbia dopo un’esperienza traumatica. Questo non significa necessariamente che abbiano il DPTS. Le persone afflitte da DPTS spesso presentano molti dei sintomi riportati di seguito. Questi sintomi possono comparire subito o dopo settimane o addirittura mesi.

In presenza di DPTS, questi sintomi interferiscono con le attività quotidiane e/o causano stati di estrema angoscia. Se avverti uno o più di questi sintomi subito dopo un evento traumatico, questo non significa necessariamente che svilupperai il DPTS.

Sintomi da esperienza rivissuta

  • Ricordi – Avere ricordi indesiderati dell’evento, conosciuti come pensieri intrusivi, che sono opprimenti e angoscianti.
  • Sogni – Avere sogni o incubi angoscianti riguardanti l’evento.
  • Reazioni dissociative – Sentirsi o agire come se l’evento traumatico stesse per accadere di nuovo (conosciuti come flashback). In casi estremi, è possibile che non ci si renda conto di quanto accade intorno.
  • Sofferenza fisica e psicologica – Sentirsi molto angosciati e fisicamente eccitati (ad esempio con respiro veloce, battito cardiaco rapido) quando si è esposti a situazioni che fanno ricordare in qualche modo l’evento.

Sintomi da evitamento

  • Amnesia dissociativa – Essere incapaci di ricordare parti dell’evento traumatico.
  • Distacco – Sentirsi distaccati o non più così vicini alle persone a cui lo si era in precedenza.
  • Tendenza a non parlare e pensare – Non voler parlare o pensare all’evento traumatico.
  • Tendenza a rimuovere associazioni – Evitare ricordi, pensieri, sentimenti, cose, persone e luoghi associati all'evento traumatico. Questo potrebbe includere l’evitare TV o altri media che parlano dell’evento, in particolare se causano sofferenza.

Sintomi legati all’umore

  • Credenze e aspettative negative – Avere pensieri negativi su se stessi, gli altri o il mondo.
  • Senso di colpa – Incolpare se stessi o altre persone per l’evento traumatico o per le sue conseguenze.
  • Emozioni negative – Sensazioni persistenti di paura, orrore, rabbia, senso di colpa o vergogna.
  • Perdita di interesse nelle attività – Non prendere parte o non essere interessato alle attività precedentemente piacevoli o consuete.
  • Incapacità di provare emozioni positive – Non riuscire a provare felicità, soddisfazione o affetto.

Sintomi relativi alla vigilanza e alla reattività

  • Ipervigilanza – Prestare eccessivamente attenzione a ciò che accade intorno ed essere incapace di rilassarsi.
  • Spaventarsi facilmente – Avere reazioni esagerate a rumori o movimenti che fanno ricordare l’evento traumatico.
  • Difficoltà di concentrazione – Avere difficoltà a concentrarsi su attività su cui si era in grado di concentrarsi prima.
  • Insonnia – Avere difficoltà ad addormentarsi e dormire. Quando addormentati, la qualità del sonno potrebbe essere scarsa e si potrebbero avere incubi.
  • Irritabilità – Avere sfoghi improvvisi in cui si è verbalmente o fisicamente aggressivi verso persone o cose. Questi sfoghi potrebbero essere causati da qualcosa che fa ricordare l’evento traumatico.
  • Sventatezza – Compiere azioni pericolose o autodistruttive.

Perché compare il DPTS?

Esistono varie spiegazioni possibili su che cosa causi il DPTS.

Ipotesi psicologica

I sintomi psicologici del DPTS sono profondamente spiacevoli e angoscianti. Tuttavia, questi sintomi trovano una spiegazione quando pensiamo a come la nostra mente potrebbe funzionare per proteggerci dopo un evento traumatico.

  • Memoria – Dopo aver vissuto un evento traumatico potremmo non essere capaci o non essere disposti a ricordarlo. Anche se può essere doloroso ricordare l’accaduto, farlo potrebbe aiutarci a capire l’evento. Questo può essere utile per la nostra salute mentale.
  • Pensieri intrusivi o flashback – Questi possono essere visti come la riproduzione di quanto accaduto. Ci potrebbero costringere a pensare all’accaduto, per essere preparati meglio se dovesse accadere di nuovo. Tuttavia, nel DPTS questi pensieri potrebbero essere motivo di angoscia.
  • Elusione e desensibilizzazione – Ricordare un trauma è stancante e angosciante. L’elusione e la desensibilizzazione possono aiutare a smettere di pensare all’accaduto. Tuttavia, impediscono di comprendere quanto è successo.
  • Ipervigilanza – Essere in uno stato di allerta potrebbe rendere più preparati a reagire velocemente se si dovesse ripresentare una crisi. Può anche darci l’energia necessaria per intraprendere il lavoro richiesto dopo un incidente o una crisi. Tuttavia, può anche essere sfiancante e un ostacolo nel fare attività che trovavamo piacevoli.

Ipotesi fisica

Alcuni dei sintomi fisici che si presentano con il DPTS sono dovuti all’incorretta elaborazione del trauma da parte del nostro corpo.

  • Adrenalina – È un ormone prodotto dal nostro corpo in situazioni stressanti. L’adrenalina aiuta a preparare il corpo per attività che richiedono molta energia, ad esempio correre o lottare contro qualcuno. Quando lo stress sparisce, il livello di adrenalina dovrebbe rientrare nella norma. Nel DPTS è possibile che i ricordi nitidi del trauma mantengano i livelli di adrenalina alti. Alti livelli di adrenalina possono rendere la persona tesa, irritabile e incapace a rilassarsi o dormire bene.
  • L’ippocampo – È la parte del cervello che elabora i ricordi. Alti livelli di ormoni dello stress, come l’adrenalina, possono alterarne il corretto funzionamento. Questo significa che i ricordi dell’evento traumatico non vengono elaborati. Questo può far ricordare l’evento come se il rischio fosse ancora presente, invece di vederlo come qualcosa accaduto nel passato. 

Ci sono professioni più esposte al rischio di DPTS?

Chiunque può sviluppare il DPTS dopo aver vissuto un evento traumatico. Tuttavia, alcune persone svolgono lavori in cui hanno maggiori possibilità di vivere eventi traumatici. Questo significa che il rischio di sviluppare il DPTS è più alto rispetto ad altre professioni. Questi lavori possono includere:

  • Addetti ai servizi di emergenza (ad esempio polizia, vigili del fuoco o personale di soccorso sulle ambulanze)
  • Assistenti sociali
  • Personale di terapia intensiva
  • Personale militare e altre persone che lavorano in zone di guerra

Quando compare il DPTS?

I sintomi del DPTS possono iniziare immediatamente dopo un evento traumatico o anche dopo settimane o mesi. Solitamente i sintomi iniziano entro 6 mesi dall’evento. A volte compaiono anche dopo i 6 mesi, anche se è meno comune. Purtroppo molte persone non cercano aiuto quando i sintomi compaiono per la prima volta.

Il DPTS non può essere diagnosticato nel primo mese dopo l’evento traumatico. In caso di sintomi immediati, sviluppati subito dopo l’evento traumatico e che impediscono di vivere regolarmente, si parla di “disturbo acuto da stress”.

Perché non tutti sviluppano il DPTS dopo un’esperienza traumatica?

Dopo un’esperienza traumatica, molte persone presenteranno alcuni sintomi del trauma durante il primo mese circa. Molti di questi sintomi sono normali reazioni all’esperienza di un pericolo reale o percepito. Possono essere considerati come un meccanismo che il cervello utilizza per proteggerti dai danni.

Tuttavia, la maggior parte delle persone elabora ciò che è accaduto dopo alcune settimane o anche poco di più, e i sintomi legati allo stress iniziano a scomparire.

Gli studi dimostrano che certi gruppi di persone sono più a rischio di sviluppare il DPTS. Il rischio di sviluppare il DPTS è minore se una persona può:

  • avere accesso al sostegno sociale e
  • riprendersi dall’evento traumatico in un “ambiente a basso stress”.

Quali eventi hanno una maggiore possibilità di causare il DPTS?

Qualsiasi evento traumatico può causare il DPTS, anche se quanto più inquietante è l’esperienza vissuta, maggiori sono le probabilità di sviluppare il DPTS. Per esempio, la probabilità di sviluppare il DPTS è maggiore se l’evento:

  • è improvviso e inaspettato
  • dura a lungo
  • accade quando la persona è intrappolata e non può scappare
  • è causato dall’essere umano
  • provoca molte morti
  • causa mutilazioni
  • coinvolge dei bambini.

L’esposizione continua allo stress e all’incertezza rende più difficile il miglioramento dei sintomi del DPTS.

Come ci si rende conto di aver superato un’esperienza traumatica?

Un evento traumatico può essere superato quando:

  • il pensarci non provoca eccessiva angoscia
  • non ci si sente costantemente minacciati
  • non ci si pensa in momenti inopportuni.

Perché il DPTS non viene sempre diagnosticato?

Esistono diverse ragioni per cui una persona affetta da DPTS potrebbe non essere diagnosticata.

Stigma e fraintendimento

Le persone affette da DPTS evitano spesso di parlare dei loro sentimenti per non pensare all’evento traumatico.

Alcune persone credono che i sintomi avvertiti (per esempio l’evitamento e l’insensibilità) li aiutino ad affrontare la situazione, senza invece rendersi conto che sono causati dal DPTS.

In caso di grande sofferenza, le persone stentano a credere che sia possibile ritornare a sentirsi come prima dell’evento traumatico. Questo può indurle a non chiedere aiuto.

Inoltre, c’è la percezione errata del fatto che solo le persone nelle forze armate possano sviluppare il DPTS. In realtà il DPTS può toccare chiunque e ogni sua manifestazione è valida.

Diagnosi incorretta

Alcune persone affette da DPTS possono avere ricevuto una diagnosi errata come angoscia o depressione. Alcune persone possono essere affette da altri problemi di salute psicologica o fisica che fanno sì che il loro DPTS passi inosservato.

Potrebbero anche avere “sintomi fisici idiopatici” come:

  • problemi gastrointestinali
  • sindromi dolorose
  • mal di testa

Questi sintomi possono condurre al fatto che il loro DPTS venga diagnosticato come qualcos’altro.

Altre sfide

Alcune persone affette da DPTS potrebbero avere altri problemi concomitanti, come relazioni difficili o dipendenze da alcool o droghe. Queste potrebbero essere causate dal DPTS, ma spesso potrebbero apparire più evidenti del DPTS stesso.

I bambini possono sviluppare il DPTS?

Il DPTS può presentarsi a qualsiasi età. Oltre ai sintomi del DPTS presentati dagli adulti, i bambini possono sperimentare:

  • Sogni spaventosi – Nei bambini questi sogni possono o meno riflettere l’effettivo evento traumatico.
  • Giochi ripetitivi – Alcuni bambini simulano l’evento traumatico quando stanno giocando. Ad esempio, un bambino coinvolto in un grave incidente stradale potrebbe ricreare ripetutamente l’incidente usando le macchinine. 
  • Sintomi fisici – Potrebbero lamentarsi di mal di pancia e mal di testa.
  • Paura che la propria vita finisca presto – Potrebbero dubitare di vivere abbastanza a lungo da diventare adulti.

Quali sono le cure per il DPTS?

Esistono diverse cure per il DPTS, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale centrata sul trauma o TF-CBT (dall’inglese Trauma-Focused Cognitive Behavioral Therapy), la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari o EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitisation & Reprocessing) e la terapia farmacologica.

Psicoterapia

Le psicoterapie impiegate per il DPTS si concentrano sull’esperienza traumatica piuttosto che sul proprio passato. Aiutano la persona nei seguenti aspetti:

  • Accettazione – Accettare che, seppur non sia possibile cambiare ciò che è successo, si può avere una visione diversa dell’evento, del mondo e della propria vita.
  • Ricordare l’evento – Ricordare l’accaduto senza essere sopraffatti dalla paura e dall’angoscia. Pensarci volontariamente quando si vuole invece che con pensieri intrusivi o flashback.
  • Dare voce alle proprie esperienze – Parlare dell’accaduto così che la mente possa immagazzinare i ricordi e voltare pagina.
  • Sentirsi più sicuri – Aiutare la persona a sentirsi più in controllo dei propri sentimenti. Questo può aiutare a dare una sensazione di sicurezza, in modo da non dover evitare i ricordi dell’accaduto.

Qualsiasi psicoterapia deve essere effettuata da una persona propriamente formata e accreditata. Le sessioni sono solitamente a cadenza almeno settimanale, con lo stesso terapista e spesso durano almeno 8-12 settimane.

Anche se le sessioni durano di solito circa un’ora, a volte possono arrivare fino a 90 minuti.

Le terapie per il DPTS includono:

Terapia cognitivo-comportamentale centrata sul trauma (o TF-CBT)

È una terapia discorsiva che può aiutare a cambiare il modo di pensare. Con il tempo la persona può sentirsi meglio e comportarsi in modo diverso. Di solito è condotta singolarmente, faccia a faccia con il terapista, ma è stato dimostrato che la TF-CBT possa essere svolta anche in gruppo.

Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (o EMDR)

Questa è una tecnica che usa i movimenti oculari per aiutare il cervello a processare ricordi traumatici.

Al soggetto viene chiesto di ricordare l’evento traumatico e di raccontare cosa pensa e come si sente. Mentre si fa questo, viene chiesto di muovere gli occhi o ricevere un certo tipo di “stimolazione bilaterale”, come dei tocchi ritmici con la mano. È stato dimostrato che questa tecnica abbassa l’intensità delle emozioni suscitate da un ricordo traumatico, aiutando a superare il trauma.

È importante che l’EMDR sia condotta da un professionista qualificato. L’EMDR solitamente si tiene lungo il corso di 8-12 sessioni che durano dai 60 ai 90 minuti.

Altre forme di terapie discorsive possono essere utili per affrontare sintomi specifici (ad esempio la scarsa qualità o quantità del sonno) per quei pazienti che non rispondono bene all’EMDR o alla TF-CBT.

Terapia farmacologica

Qualora le altre terapie utilizzate per trattare il DPTS non siano efficaci, il medico potrebbe prescrivere degli antidepressivi.

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono antidepressivi in grado di ridurre i sintomi del DPTS. Se la persona soffre anche di depressione, gli antidepressivi possono aiutare.

Se gli SSRI non sono efficaci, su consiglio di uno specialista della salute mentale possono essere utilizzati farmaci alternativi.

Qual è il trattamento migliore?

È stato dimostrato che la TF-CBT e l’EMDR sono le migliori terapie di prima linea. I farmaci possono essere di aiuto per i soggetti che non desiderano terapie discorsive o non ne hanno facile accesso.

A quale cura ci si dovrebbe sottoporre per prima?

Le terapie psicologiche centrate sul trauma (TF-CBT o EMDR) dovrebbero avere la precedenza sui farmaci dove possibile. Questo in base alle linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE).

Come posso farmi da supporto?

Ci sono alcune cose che una persona può fare per guarire più in fretta dal DPTS. Il terapista farà in modo di supportarla in questi aspetti e fare in modo che faccia queste cose nel momento giusto:

  • Mantenere la routine – Se possibile, riprendere o mantenere la solita routine. Mantenere uno stile di vita il più normale possibile può dare un senso di stabilità.
  • Parlare con qualcuno di fiducia – Anche se non ci si deve sentire obbligati a parlare di quello che è successo con chiunque, parlare con una persona di cui ci si fida può aiutare ad elaborare le proprie emozioni in uno spazio sicuro. Può anche aiutare il parlare con qualcuno che ha vissuto la stessa esperienza, o che ha vissuto un evento simile, se parlarne non è troppo doloroso.
  • Fare esercizi di rilassamento – Provare la meditazione autoguidata e altri esercizi per rilassarsi. Rilassarsi quando si è affetti da DPTS può essere impegnativo, quindi è consigliabile parlare con il terapista di esercizi o attività che fanno al caso proprio.
  • Tornare al lavoro o a scuola – Se si è in grado, ritornare al lavoro, a scuola o all’università può aiutare. Questo può dare un senso di routine. Tuttavia, si dovrebbe evitare di ritrovarsi in situazioni dove si potrebbe essere esposti a ulteriori traumi o stress intenso. Generalmente, è raccomandabile lavorare in un ambiente incoraggiante e con un basso livello di stress finché non si riceve il trattamento.
  • Mangiare e fare attività fisica regolare – Provare a mangiare con i soliti ritmi, anche se non ci si sente affamati. Se ci si sente in grado, provare a fare attività fisica regolarmente. In questo modo ci si sentirà più stanchi quando è ora di dormire.
  • Passare tempo con gli altri – Prendersi del tempo per stare con le persone a cui si vuole bene può dare un senso di sostegno.
  • Aspettarsi di sentirsi meglio – Concentrarsi sull’idea che un miglioramento prima o poi arriverà è positivo per il recupero. È importante però ricordare anche di non esercitare pressioni su se stessi per migliorare rapidamente.
  • Tornare sul luogo dell’evento traumatico – Solo quando la persona se la sente, una persona potrebbe voler tornare nel luogo dove l’evento traumatico è successo. Se si sta pianificando di fare ciò, è importante parlarne con il terapista o con il medico che potrà supportarti in questo passo.

Ci sono anche alcune cose a cui fare attenzione e di cui essere consapevoli durante il processo di guarigione. Tuttavia, agire correttamente può essere complesso e non ci si dovrebbe sentire in colpa se ci si trova a fare le seguenti cose:

  • Autocritiche: i sintomi del DPTS non sono un segno di debolezza. Sono semplicemente una normale reazione a esperienze terrificanti.
  • Tenerti dentro le emozioni: se soffri di DPTS, parlare con altri di ciò che pensi e senti non deve farti sentire in colpa. Al contrario, può contribuire al tuo recupero.
  • Aspettarti che tutto torni subito alla normalità: la terapia per il DPTS richiede tempo. Cerca di non chiederti troppo e di non aspettarti risultati immediati.
  • Isolarti dagli altri: trascorrere molto tempo in solitudine aumenta il senso di isolamento e ti farà sentire peggio.
  • Bere e fumare: per quanto l’alcol possa farti rilassare, nel lungo termine potrebbe peggiorare la tua situazione. Caffè e nicotina agiscono come stimolanti e contribuiscono quindi ad aggravare i sintomi associati al DPTS.
  • Stancarti eccessivamente: il DPTS può creare problemi al sonno, ma cerca, per quanto possibile, di mantenere i tuoi ritmi abituali di sonno-veglia ed evita di fare molto tardi di sera, perché potrebbe peggiorare i tuoi sintomi. Se vuoi saperne di più, leggi i nostri approfondimenti su come dormire bene.

L’ultimo aspetto da considerare è la sicurezza al volante: nel caso in cui guidare non ti faccia sentire perfettamente a tuo agio, informane la DVLA. Chi ha subito esperienze traumatiche è più soggetto a incidenti stradali.

Cos’è il Disturbo post-traumatico da stress complesso?

Alcune persone sviluppano una forma complessa di DPTS. Un disturbo di questo tipo è in genere causato da un’esperienza o una serie di esperienze estremamente rischiose o spaventose. Questi eventi possono verificarsi sia durante l’infanzia che nell’età adulta.

Spesso si tratta di situazioni da cui non è possibile allontanarsi o che non è possibile evitare. Qualche esempio:

  • torture
  • schiavitù
  • genocidi
  • vivere in zone di guerra
  • violenze domestiche prolungate
  • abusi sessuali o fisici ripetuti durante l’infanzia. 

Come per il DPTS semplice, le persone che soffrono della forma complessa possono:

  • avere un’opinione di sé estremamente negativa e considerarsi “inefficaci, sconfitte o inutili”
  • avere grandi difficoltà a regolare le proprie emozioni e reazioni emotive
  • avere problemi a mantenere le proprie relazioni e a sentirsi vicine ad altre persone

Come si supera il DPTS complesso?

Chi soffre di DPTS complesso ha generalmente poca fiducia negli altri e nel mondo in generale. La terapia richiede perciò più tempo, proprio per permettere l’instaurarsi di una relazione stabile con un terapeuta. Il percorso terapeutico per il DPTS complesso si svolge normalmente in tre fasi:

Stabilizzazione

Nella fase di stabilizzazione, imparerai a fidarti del tuo/della tua terapeuta, e a capire e controllare i tuoi sentimenti di angoscia e di isolamento.

Come parte del percorso, potresti imparare alcune tecniche di “radicamento”, che possono aiutarti a focalizzare l’attenzione su sensazioni fisiche ordinarie e ricordarti che vivi nel presente e non nel passato.

La stabilizzazione può aiutarti a “disconnetterti” da paure e ansie generate dai ricordi e dalle emozioni scatenate di conseguenza. Questo ti aiuterà a rendere meno spaventosi i ricordi traumatici.

L’obiettivo della stabilizzazione è ricondurti nella condizione di poter vivere la tua vita senza ansie e flashback ricorrenti.

In qualche caso, la stabilizzazione è l’unico supporto necessario.

Terapie incentrate sul trauma

Qualunque terapia che si focalizzi sul trauma, come l’EMDR o la TF-CBT, può essere d’aiuto per elaborare le tue esperienze traumatiche. Altre forme di psicoterapia, come la psicodinamica, possono risultare ugualmente utili. Nel caso di DPTS complesso, bisogna prestare particolare attenzione a questo tipo di trattamenti, che, se applicati in modo improprio, possono peggiorare la situazione.

Reintegrazione o riconnessione

Il processo di reintegrazione in una routine di vita quotidiana mira a farti familiarizzare con il mondo reale, ora che non ti trovi più nella situazione pericolosa in cui hai vissuto in precedenza. Ti aiuterà a vederti come una persona che possiede dei diritti e può fare delle scelte.

La reintegrazione contribuirà a:

  • trattarti e trattare gli altri con gentilezza e comprensione
  • ristabilire la fiducia in te stesso/a e negli altri
  • farti riallacciare amicizie e relazioni più intime, oltre che a riprendere attività dedicate alla tua salute e al tuo benessere

Terapia farmacologica

Come nel DPTS, la psicoterapia può essere accompagnata da terapie con antidepressivi o altri farmaci. Si ricorre a terapie farmacologiche anche quando la psicoterapia non dà gli effetti desiderati oppure non è disponibile o fattibile. È sempre consigliabile avere il parere medico di uno specialista in psichiatria sui farmaci eventualmente assunti.

Iniziativa personale

Se soffri di DPTS complesso, può esserti d’aiuto provare a fare qualcosa che non ha nulla a che vedere con le tue esperienze traumatiche passate. Qualche esempio:

  • fare nuovi amici
  • trovare un lavoro
  • fare esercizio fisico regolare
  • imparare tecniche di rilassamento
  • dedicarsi a un hobby
  • avere un animale domestico.

Tutte queste iniziative possono contribuire a restituirti fiducia nel mondo che ti circonda. Naturalmente, si tratta di cose che richiedono tempo e non devi sentirti in colpa se all’inizio ti sembra difficile e se non ci riesci subito.

Come capire se una persona soffre di DPTS?

Se conosci qualcuno che ha appena vissuto un’esperienza traumatica, è opportuno verificare alcuni aspetti del suo comportamento. Sono segnali di difficoltà a reagire all’accaduto:

  • Cambiamenti nel modo di agire: pessime prestazioni sul lavoro, continui ritardi, permessi di malattia, piccoli incidenti
  • Cambiamenti nelle reazioni emotive: rabbia, irritabilità, depressione, indifferenza e scarsa concentrazione
  • Cambiamenti nel modo di pensare: discorsi su minacce o paure, visioni negative sul futuro
  • Sintomi fisici inconsueti: ad esempio affanno, nervosismo o mal di stomaco

Se qualcuno che conosci presenta (a tuo parere) sintomi di DPTS, puoi incoraggiarlo a parlarne con il suo medico di fiducia. Se il vostro rapporto non permette un approccio così diretto, potresti proporlo a qualcuno che conosce meglio questa persona.

Un altro modo per offrire supporto è proporre risorse informative per conoscere meglio il DPTS, come ad esempio questi contenuti.

Come posso aiutare qualcuno che ha vissuto un evento traumatico?

I comportamenti che seguono possono offrire supporto a una persona che ha subito un evento traumatico:

  • Parlare: dedicale tutto il tempo necessario per parlare delle sue esperienze.
  • Ascoltare: lasciala parlare ed evita di interromperla o di parlarle delle tue esperienze.
  • Fai domande generali: se fai domande, resta sempre sul generico e mantieni un atteggiamento non giudicante. Potresti chiedere, ad esempio: "Ne hai parlato con qualcun altro?" oppure: "Posso aiutarti a trovare qualche sostegno in più?"

Fai il possibile per evitare di:

  • Dire che sai come si sente: anche se hai vissuto qualcosa di simile, ognuno vive le situazioni in modo molto diverso. Fare paragoni potrebbe non essere di alcun aiuto.
  • Dire che è fortunata a essere viva: le persone che hanno vissuto eventi traumatici spesso non si sentono fortunate. Al contrario, capita di frequente che si sentano in colpa per essere vive se altre sono morte.
  • Minimizzare la sua esperienza: evita di dire che poteva andare peggio, anche se stai cercando di aiutare la vittima. Potrebbe sentirsi come se le sue emozioni non fossero giustificate.
  • Dare suggerimenti inutili: evita di dare consigli, anche se per te, in passato, si sono rivelati efficaci. Ognuno di noi è diverso dagli altri e la persona che hai davanti potrebbe aver già provato quello che suggerisci.

Ulteriori risorse

Informazioni sul DPTS

UK Psychological Trauma Society: qui puoi trovare una selezione di materiali che forniscono informazioni utili al pubblico e agli operatori sanitari sulle conseguenze dello stress post-traumatico.

Overview of PTSD, NHS: informazioni del NHS in merito al DPTS

Overview of complex PTSD, NHS: informazioni del NHS in merito al DPTS complesso

PTSD, Mind: informazioni dell'ente benefico Mind sul DPTS e sul DPTS complesso

How can friends and family help? Mind: queste informazioni offrono idee su come poter aiutare qualcuno che soffre di DPTS

Useful contacts, Mind: questa pagina contiene dei link ad altri enti di beneficenza e organizzazioni che offrono supporto alle persone con il DPTS

Enti e organizzazioni benefiche che offrono supporto per il DPTS

Di seguito elenchiamo alcune organizzazioni ed enti di beneficenza che offrono sostegno alle persone che soffrono di DPTS o hanno vissuto eventi traumatici:

PTSD UK: un ente di beneficenza del Regno Unito dedicato alla sensibilizzazione sul DPTS

Combat Stress: ente di beneficenza britannico dedicato alla salute mentale dei veterani.

Cruse Bereavement Care: un ente di beneficenza che offre supporto alle persone che hanno subito un lutto in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord

Cruse Bereavement Care Scotland: un ente di beneficenza che promuove il benessere delle persone che hanno subito un lutto in Scozia

Rape Crisis: ci sono tre enti di beneficenza antistupro che offrono supporto alle persone in tutto il Regno Unito:

Victim Support: ci sono tre organizzazioni benefiche di supporto alle vittime di reati ed eventi traumatici nel Regno Unito:

Crediti

Queste informazioni sono state prodotte dal Royal College of Psychiatrists' Public Engagement Editorial Board (PEEB). Il documento contiene le migliori informazioni disponibili al momento della stesura. 

Un ringraziamento speciale a PTSD UK, che ha gentilmente offerto il proprio feedback su questa risorsa.

Redattore esperto: Professor Neil Greenberg 

I riferimenti bibliografici completi per questa risorsa sono disponibili su richiesta.

Pubblicazione: Novembre 2021

Prossima revisione: Novembre 2024

© Royal College of Psychiatrists

This translation was produced by CLEAR Global (Jan 2024)

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